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Mastoplastica additiva

Mastoplastica additiva

Mastoplastica additiva: l'aumento del seno


La mammoplastica additiva è l’intervento con il quale si può aumentare e migliorare la forma del seno. Per ottenere il miglior risultato dal punto di vista estetico e un aspetto naturale, le protesi vengono inserite in una tasca che il chirurgo crea sotto al tessuto mammario e sopra il muscolo gran pettorale, sotto il muscolo totalmente oppure parzialmente secondo la tecnica Dual Plane che prevede che la protesi sia coperta dal muscolo nella sua parte superiore.

Maggiori Info: Mastoplastica additiva

  • Cosa fare dopo l'intervento


    Dopo l'intervento in anestesia generale o in anestesia locale con sedazione sarà necessario il riposo a letto. Il giorno seguente, sarà consentito bere e un'alimentazione molto leggera. Saranno anche somministrati antibiotici e farmaci analgesici, se necessario.
    Se le condizioni lo consentono, la paziente potrà tornare a casa nella giornata attenendosi scrupolosamente alle indicazioni del chirurgo. Una visita quarantotto ore dopo l'intervento potrà essere necessaria per valutare la rimozione dei drenaggi e un'altra ancora dopo 3-5 giorni per rimuovere una parte dei punti. La sutura intradermica con fili riassorbibili non necessita di rimozione.
    Eventuali punti esterni cutanei (in genere 2 – 4) di fine modellamento vengono rimossi dopo circa una settimana dall’intervento. Un reggiseno piuttosto consistente rappresenterà la medicazione in tutto il periodo post-operatorio e dovrà essere rimossa solo dal chirurgo.
    Dopo 4-5 giorni dall'intervento sarà consentita anche una breve doccia. Dopo una settimana di riposo a casa sarà consentito di riprendere le normali attività quali passeggiare, guidare, partecipare ad attività sociali ma non sarà possibile riprendere le attività sportive prima di un mese.
  • Inserimento delle protesi e convalescenza


    Naturalmente devono essere fatte delle incisioni per inserire le protesi. Queste possono essere effettuate nella piega sottomammaria o nel contorno della metà inferiore della circonferenza areolare. In entrambi i casi le cicatrici risultanti sono scarsamente visibili e facilmente occultabili.
    I punti intradermici di sutura sono riassorbibili e non necessitano di rimozione.
    La paziente deve indossare un reggiseno giorno e notte per un mese. Il lavoro e le attività sociali dovrebbero essere ridotte per almeno due settimane dopo l'intervento. Se il lavoro della paziente fosse tale da richiedere attività fisica quale sollevamenti, spinte, ecc., sarà necessario un periodo di convalescenza più lungo.
    La guida può essere ripresa due settimane dopo l'intervento. Le protesi non interferiscono con l’allattamento o con eventuali esami diagnostici.
    Non è mai stata dimostrata alcuna correlazione tra protesi e lo sviluppo di tumori. In quei casi in cui le mammelle siano molto pendule, può essere necessario un intervento di mastopessia in aggiunta o in sostituzione della mastoplastica additiva. La misura della protesi verrà discussa con il chirurgo all'incontro che precederà l'operazione. In tale sede saranno quindi considerati attentamente fattori quali le dimensioni della mammella, del torace e la costituzione generale, nonché le preferenze personali.
  • Inserimento delle protesi e convalescenza


    Il sanguinamento è davvero raro e si verifica solitamente entro le prime 24-48 ore; in tal caso sarà necessario un ritorno in sala operatoria per rimuovere la protesi, fermare il sanguinamento, reinserire la protesi e richiudere la ferita.
    A tal proposito preciso che preferisco inserire drenaggi che fuoriescono dalle ascelle e che possono essere rimossi dopo 24 - 48 ore c.ca dall’intervento.
    Questi consentono di aspirare tutto il sangue che si raccoglie nella tasca, riducendo drasticamente la formazione di ematomi che impongono il re intervento della paziente o, più semplicemente, la formazione di ampi lividi che vanno dal seno fino all’emicostato e all’addome e che spesso caratterizzano il post-operatorio dei chirurghi che non usano i drenaggi.
    Credo fermamente che, per quante precauzioni si possano usare per controllare l’emostasi durante l’intervento, l’operatore non è in grado di controllare il decorso clinico della paziente nei primi giorni del post-operatorio. Può bastare poco, un movimento, un temporaneo aumento di frequenza cardiaca o di pressione arteriosa, per provocare la rimozione di un coagulo e un sanguinamento nelle prime 24 -48 ore dopo l’intervento.
    Anche l’assunzione di un antinfiammatorio della classe dei FANS (aspirina, brufen ecc.) assunti prima dell’intervento, può ridurre l’aggregazione piastrinica per tre - sette giorni e predisporre a un maggior sanguinamento. A riprova di quanto affermo, la constatazione che, per quanta attenzione viene posta nell’esecuzione della “emostasi” al punto che le tasche allestite non sanguinano, si raccoglie sempre una discreta quantità di sangue nel drenaggio quando viene rimosso.